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Comunicato stampa

Meno della metà delle aziende italiane si dichiara pronta a gestire le nuove modalità di lavoro

Giugno 29, 2023

È uno dei dati emersi da una ricerca condotta da WTW, secondo la quale l’attitudine al cambiamento nelle modalità di lavoro tocca il 44% delle aziende europee, ma solo il 29% di quelle italiane.
Work Transformation|Employee Experience|Employee Engagement |Benessere integrato
N/A

MILANO, 29 giugno 2023 – Prima della pandemia il lavoro in sede interessava l’84% dei dipendenti italiani. Oggi la percentuale si attesta al 61%, a vantaggio del lavoro ibrido (16%) e totalmente da remoto (22%). Emerge tuttavia che i dipendenti preferirebbero lavorare in modalità ibrida o esclusivamente da remoto più di quanto sia consentito dal loro attuale datore di lavoro. Sono alcuni dei dati emersi dalla ricerca “The Dynamics of Work” di WTW, condotta su un campione globale di 720 aziende (228 in Europa e 26 in Italia) per 8,6 milioni di dipendenti (2,2 milioni in Europa e 137 mila in Italia).

Secondo la ricerca, il numero di aziende in Europa che prevedono e sono pronte a identificare nuove fonti di talenti chiave si attesta al 22%, contro il 12% dell’Italia.

"Man mano che per le organizzazioni si esaurisce l’emergenza Covid, emerge sempre di più la necessità di ripensare a come e dove viene svolto il lavoro", ha dichiarato Edoardo Cesarini, Amministratore Delegato di WTW Italia. "Questa trasformazione, incluso il passaggio al lavoro a distanza, ha portato a un aumento dei rischi operativi, per le persone e per le aziende. Molte aziende si dichiarano non pronte ad affrontare e gestire questi rischi".

Infatti, meno di 2 organizzazioni su 5 a livello globale ritengono di aver gestito efficacemente i rischi associati alle nuove dinamiche lavorative – come il cambiamento delle modalità di lavoro, la digitalizzazione e l’utilizzo di fonti di talento alternative – negli ultimi tre anni. I datori di lavoro stanno attualmente pensando a come affrontare questi rischi.

Alcune delle strategie includono:

  1. Digitalizzazione: oltre un terzo degli intervistati in Europa (36%) sono pronti ad introdurre un maggior livello di digitalizzazione nelle modalità di lavoro. Ciò si confronta con il 33% a livello globale. Sempre su scala globale, il 39% sta riprogettando posti di lavoro o ruoli tra dipendenti, collaboratori e nuove tecnologie.
  2. Nuove modalità di lavoro: il 44% degli intervistati in Europa e a livello globale si aspetta un ulteriore cambiamento delle modalità di lavoro. Tra questi, il 37% ha dichiarato di aver condotto attività di ascolto dei dipendenti per identificare i cambiamenti nelle loro preferenze o misurare l'impatto delle mutevoli condizioni di lavoro. Un altro 36% sta ripensando l’employee experience per promuovere il passaggio a una nuova cultura aziendale.
  3. Fonti di talento alternative: oltre un quinto degli intervistati in Europa (22%) sono pronti a identificare nuove fonti di talento. Due intervistati su 10 a livello globale (21%) sono preparati al cambiamento. Tra questi, il 39% sta ridisegnando l’employee experience per allinearsi ai nuovi modelli di lavoro e di carriera e il 15% sta pianificando di rafforzare la comunicazione esterna su questi cambiamenti ai potenziali nuovi dipendenti.

“Le dinamiche del lavoro continueranno ad evolversi per molti anni. La creazione di un vantaggio competitivo sostenibile – conclude Cesarini – richiederà strategie solide per sbloccare il potenziale di questi cambiamenti e un'attenta gestione delle persone e dei rischi operativi. Dei piani efficaci si svilupperanno ponendo il talento al centro dei cambiamenti lavorativi, comprendendo le preferenze e le percezioni dei dipendenti, allineando il lavoro e i programmi di Total Reward e rafforzando i quadri di gestione del rischio”.

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