Dopo la pandemia, il mondo si sta avviando verso un periodo di crescita e ripresa, seppur messo alla prova dall’instabilità politica.
- Come si riflette questo scenario nei carrelli della spesa e sulle nostre tavole?
- Quali sono le maggiori opportunità per l’industria alimentare e delle bevande?
- E quali sono i rischi e le sfide che le aziende dovranno affrontare nei prossimi anni?
Per rispondere a queste domande, abbiamo intervistato i decision maker di aziende da tutto il mondo, dalla produzione e lavorazione degli alimenti alla produzione di birra e bevande analcoliche.
Campione e metodologia della Survey
L’indagine è stata condotta dal nostro partner Coleman Parkes, nel periodo gennaio-febbraio 2022 utilizzando la metodologia phone-to-web.
Abbiamo ricevuto 250 risposte da dirigenti senior di aziende leader nel settore Food & Beverage a livello globale.
Risultati chiave
Trasformare le lezioni ricavate dalla pandemia in opportunità
Le aziende si sono trasformate per adattarsi al corso della pandemia. Con la graduale ripresa delle attività, si sta cercando di massimizzare il potenziale di questi cambiamenti - il 45% ha affermato che le maggiori opportunità risiedono nel proseguire con gli adattamenti, come l'automazione e la digitalizzazione.
Le priorità aziendali: stabilità e resilienza
I Senior Executives hanno indicato la stabilizzazione del business (41%) come la loro massima priorità nei prossimi due anni, classificandola ben al di sopra della crescita.
Le aziende si stanno altresì concentrando sulla resilienza - il 97% dispone di un processo formale per la pianificazione della continuità aziendale, il 63% dei quali è collegato ai KPI aziendali.
Le aziende sono ottimiste riguardo al futuro
Nonostante le sfide degli ultimi due anni, il 70% delle organizzazioni Food & Beverage è ottimista sul fatto che il settore sarà più redditizio nei prossimi due anni.
I prodotti biologici sono il food trend principale
Gli alimenti biologici sono in cima alla lista delle maggiori opportunità di business nei prossimi due anni al 48%. Le diete vegane e vegetariane (30%) sono viste come meno vantaggiose a livello globale.